Per il raggiungimento degli obiettivi scientifici di
MEG è necessario utilizzare rivelatori
ad elevate prestazioni, in grado di evidenziare
eventuali segnali di decadimento del muone in elettrone e fotone,
separandoli dal fondo dell'esperimento. La reiezione del fondo è
ottenuta misurando con grande precisione le
variabili cinematiche (energia,
direzione e tempo di emissione) del fotone e dell'elettrone: in un
decadimento μ → e + γ
l'elettrone ed il fotone sono
emessi simultaneamente, con un angolo relativo di 1800 ed
hanno entrambi un'energia eguale a metà della massa a riposo del
muone.
Tanto maggiore è la precisione nella
misura di queste grandezze fisiche, tanto più
efficiente risulta la discriminazione degli
eventuali segnali rispetto al fondo e tanto più
elevata è la sensibilità dell'esperimento. Le
risoluzioni richeste sia per il
calorimetro a Xenon liquido (di nuova concezione), sia per le camere a
deriva e i contatori a scintillazione, sono notevolmente spinte, per cui
si è reso necessario un lungo ed accurato lavoro
preliminare per dimostrare sperimentalmente di poter raggiungere tali
risoluzioni. Sono stati quindi costruiti alcuni prototipi
degli elementi del rivelatore, su cui sono state
misurate le risoluzioni ottenibili.
In particolare il prototipo
del calorimetro elettromagnetico (''Large Prototype''), con una massa
di circa 100 kg, risulta il più grande rivelatore a Xenon liquido
costruito finora ed è stato superato solo dal calorimetro finale.
Tramite il Large Prototype (foto)
è stato possibile esplorare in dettaglio
le potenzialità offerte dalla tecnologia dello Xenon liquido
su scale di volumi mai esplorate in precedenza.
Riportiamo qui una lista dei principali risultati ottenuti con i prototipi del rivelatore:
L'obiettivo scientifico di MEG II è assai ambizioso, perché corrisponde a guadagnare un ulteriore ordine di grandezza nella sensibilità sul rapporto di decadimento μ+ → e+ γ rispetto a MEG, che ha già migliorato i risultati ottenuti dai precedenti esperimenti di oltre un fattore 30. Per riuscire in questo intento è necessario incrementare ulteriormente le prestazioni (efficienza e risoluzione) dell'apparato o con opportune modifiche sui rivelatori originari o con la loro sostituzione con altri di più moderna concezione. Dato che per ciascuno di questi rivelatori si richiedono prestazioni vicine ai limiti superiori permessi dalla loro tecnologia costruttiva occorre verificare la possibilità pratica di soddisfare tali richieste tramite una serie di test, sia su prototipi in scala ridotta o naturale, sia sui rivelatori completi una volta giunti al termine della loro costruzione. Riportiamo quindi di seguito una serie di misure sperimentali e simulazioni tendenti a dimostrare che le risoluzioni necessarie per il successo di MEG II possono essere (ed in qualche caso sono già state) effettivamente ottenute.