un fascio di circa 108 muoni per secondo (Fig.1), ottenuto dal decadimento dei pioni prodotti nell'interazione dei protoni dell'acceleratore del Paul Scherrer Institute (Fig.2) su un bersaglio di grafite; |
![]() Fig.1 La linea di fascio dell'esperimento MEG |
![]() Fig.2 Vista aerea del Paul Scherrer Institure |
uno spettrometro magnetico, formato da un magnete superconduttore (''COBRA'') (Fig.3) e da sedici camere a deriva per la misura dell'impulso del positrone (Fig.4); |
![]() Fig.3 Il magnete superconduttore COBRA |
![]() Fig.4 Disegno schematico delle camere a deriva |
un sistema di contatori a scintillazione, formato da 30 barre orizzontali e 320 fibre scintillanti, disposte in modo da formare un arco di circonferenza, per la misura del tempo di arrivo del positrone (Figg.5 e 6); |
![]() Fig.5 Disegno schematico del Timing Counter |
![]() Fig.6 Il Timing Counter al termine dell'assemblaggio. Sono visibili le fibre scintillanti ed i fototubi delle barre |
un calorimetro elettromagnetico a Xenon liquido, equipaggiato con una matrice di 846 fotomoltiplicatori, (Figg. 7 e 8) per la misura dell'energia, della direzione e del tempo di arrivo del fotone tramite la luce di scintillazione prodotta da una particella carica quando attraversa il mezzo sensibile; |
![]() Fig.7 Il calorimetro a Xenon liquido al termine del montaggio |
![]() Fig.8 Il calorimetro a Xenon liquido visto dall'interno durante l'allestimento |
un acceleratore Cockroft-Walton che produce un fascio di protoni di circa 0.5 MeV di energia (Figg.9 e 10). Tramite le reazioni del fascio di protoni con bersagli di Litio e Boro si ottengono fotoni di alta energia che costituiscono uno dei principali strumenti per la calibrazione in energia del calorimetro; |
![]() Fig.9 Linea di fascio per il trasporto dei protoni dell'acceleratore Cockroft-Walton al centro di MEG |
![]() Fig.10 Vista aperta dell'acceleratore Cockroft-Walton. Sono visibili i generatori di tensione e gli stadi di accelerazione. La luce violetta è prodotta dalla sorgente a plasma di idrogeno |
un elaborato sistema di trigger (Fig.11) e di elettronica di acquisizione dati (Fig.12). Il sistema di trigger è basato sulla tecnologia FPGA ed utilizzando rapide valutazioni dell'energia del fotone, del tempo e della direzione relativa del fotone e del positrone riduce la frequenza di dati da registrare da alcuni MHz a circa 10 Hz, mantenendo un'efficienza sugli eventi di segnale di quasi il 100%; il sistema di acquisizione utilizza il chip DRS (Domino Ring Sampler) sviluppato al PSI per la digitizzazione delle forme d'onda con frequenza di campionamento, regolabile dall'utente, fino a 5 GHz; |
![]() Fig.11 Struttura gerarchica del sistema di trigger (in alto) e scheda di trigger di Tipo I (in basso) |
![]() Fig.12 Scheda del digitizzatore DRS |
un complesso sistema di calibrazione (Fig.13) comprendente, da sinistra a destra e dall'alto in basso:
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![]() Fig.13Vista d'insieme degli elementi del sistema di calibrazione dell'esperimento MEG. |
Il calorimetro elettromagnetico rappresenta la parte più innovativa dell'esperimento MEG. L'uso dello Xenon liquido come materiale sensibile non è una assoluta novità, ma fino ad adesso l'utilizzo era stato limitato a rivelatori di piccole dimensioni, con masse di alcune decine di kg; il calorimetro di MEG occupa invece un volume di circa 1 m3, a cui corrisponde una massa di circa 3 tonnellate. Le camere a deriva ed i contatori a scintillazione utilizzano invece tecnologie tradizionali, ma il livello di prestazioni richieste per MEG è comunque notevolmente elevato. Per tutti i rivelatori di MEG è stato quindi necessario un lungo lavoro preliminare per verificare che le specifiche necessarie per l'esperimento potessero essere realizzate in pratica.